ACER Reggio Emilia ha attivato un nuovo servizio dedicato agli oltre 400 inquilini anziani che vivono da soli o in coppia negli alloggi di edilizia popolare della città.
I dipendenti dell’Azienda casa reggiana, molti dei quali lavorano in modalità smart working, insieme al presidente Marco Corradi, stanno contattando uno ad uno gli utenti per trasmettere conforto e vicinanza.
I colloqui hanno permesso di raccogliere una serie di informazioni utili per l’elaborazione di un programma di politiche abitative volto a migliorare le condizioni di sostenibilità, sicurezza, benessere e comfort abitativo degli inquilini della terza età del nostro territorio.
“L’iniziativa, avviata per esprimere supporto e vicinanza alla popolazione anziana dei quartieri popolari della città, ci sta fornendo moltissimi elementi per elaborare un programma di politiche abitative volte a migliorare le condizioni di sostenibilità, sicurezza, benessere e comfort abitativo degli inquilini della terza età – ha sottolineato il presidente di ACER Reggio Emilia Marco Corradi – la nostra attenzione è totalmente ricambiata e ci sentiamo molto gratificati nel momento in cui gli anziani condividono al telefono le loro esperienze di vita e ci manifestano il desiderio e la volontà di rimettersi in gioco: un autentico patrimonio da valorizzare”.
“Le telefonate agli over 70 di Acer si stanno dimostrando una bella occasione di dialogo con i nostri assegnatari. L’emergenza in corso ci sta permettendo di acquisire molte informazioni sul modo di vivere le nostre case. Avanzano nuovi bisogni a cui dovremo dare risposta, come il digital divide sul tema reti di connessione per didattica o lavoro a distanza – ha dichiarato l’assessore alla Casa del Comune di Reggio Emilia Lanfranco de Franco – insieme a temi come l’efficienza energetica e l’accessibilità ai piani, ambiti su cui con ACER Reggio Emilia continuiamo a lavorare, le analisi del mercato immobiliare post virus evidenziano che in futuro saranno preferite soluzioni abitative flessibili e adattative con utilizzi diversi degli ambienti e ampi spazi dedicati ad attività di co-living. Eravamo già orientati in questa direzione e continueremo a lavorarci”.