L’impatto dei prezzi alle stelle delle utenze si farà sentire particolarmente nelle tasche degli inquilini delle case popolari. Per questo, l’Azienda Casa dell’Emilia Romagna chiede interventi di calmierazione dei costi
Le parole di Marco Corradi, presidente di ACER Reggio Emilia, sono eloquenti: “Prevediamo almeno un 30% di aumento delle morosità che noi definiamo ‘incolpevoli’, da parte di famiglie che vivono nelle nostre case”.
Singoli inquilini e famiglie che non sono in grado di sostenere le spese relative al proprio alloggio popolare. Non ce la fanno, in quanto poveri. Il loro numero potenzialmente può arrivare a comprendere tutti i 1.849 utenti reggiani che vivono in immobili di edilizia residenziale pubblica, pagando in media 62 euro al mese d’affitto in quanto appartenenti a una fascia di reddito inferiore a 7.500 euro.
Per questa tipologia di persone, i pagamenti delle spese condominiali e delle utenze possono facilmente diventare difficili da saldare. La mazzata in arrivo con le prossime bollette, a partire da quella di settembre, si abbatterà anche sui 1.200 nuclei famigliari che rientrano nella successiva fascia di reddito, quella tra i 7.500 e i 17.500 euro. “Per questo spingiamo affinché ci siano degli aiuti alle famiglie per sgravarle da questi costi”, ha aggiunto Corradi.
“Povertà energetica”. Con questa etichetta Acer fa riferimento a un fenomeno noto già da tempo e fotografato da un sondaggio eseguito durante la pandemia. “Quando gli anziani dichiarano di spendere 700-800 euro all’anno di riscaldamento, vuol dire che stanno con gli impianti spenti. “Un conto è fare risparmio energetico, un conto è stare al freddo. Ci sarà un problema legato a famiglie che staranno al freddo” ha aggiunto Corradi.
Circa la metà dei 5.200 alloggi di Acer sono serviti dal teleriscaldamento. Una convenzione tra Iren e Comune consentirà a 800 utenti di ottenere uno sconto sulle bollette della scorsa stagione invernale.
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