Mediazione Sociale: strumento delle Politiche Abitative per una società solidale in Emilia-Romagna
Si è svolto presso la Sala Polivalente della Regione Emilia Romagna un convegno-seminario dal titolo: “Mediazione Sociale: strumento delle Politiche Abitative per una società solidale in Emilia-Romagna”.
L’esigenza di affrontare questa tematica è nata in seno al coordinamento regionale dei mediatori sociali delle Acer dell’Emilia Romagna che si riunisce regolarmente per scambiare sapere, modalità operative e valutare nuove opportunità per i servizi di mediazione. Negli ultimi anni, infatti, le ACER dell’Emilia-Romagna hanno sperimentato con risultati positivi azioni finalizzate ad intervenire socialmente in diversi contesti abitativi pubblici, in maniera autonoma oppure in collaborazione con altri servizi degli enti locali, soggetti del privato sociale, rappresentanze degli inquilini e i diversi portatori di competenze.
Durante la prima parte della giornata di lavori, di carattere più istituzionale, sono stati presentati diversi contributi. Teresa Marzocchi, assessore alla Promozione delle Politiche Sociali ed Integrazione della Regione Emilia-Romagna, ha aperto i lavori dichiarando che è determinante che i servizi di mediazione sociale definiscano con precisione la propria identità in modo che possano essere chiaramente individuati come coloro che possono connettere il “mondo casa” al “mondo sociale”. “È altresì necessario – ha precisato – “che si agisca tramite gli strumenti normativi predisposti dalla Regione e che i diversi attori definiscano un percorso integrato, mirato e straordinariamente efficace”. Il presidente di ACER Reggio Emilia Marco Corradi, in qualità di coordinatore delle ACER dell’Emilia Romagna, ha voluto porre l’attenzione sul fatto che la mediazione sociale deve rientrare tra quelle attività volte al bene comune che tendono a valorizzare le potenzialità delle persone cercando di mettere a disposizione le competenze individuali a favore della comunità in cui queste vivono. Questo punto di vista, che implica un welfare che tende a soddisfare i bisogni espressi tramite la partecipazione attiva del beneficiario finale, presuppone una gestione integrata dei servizi a favore delle persone. Aida Ruffini, presidente dell’ITEA di Trento (omologa delle nostre ACER) ha illustrato alcune loro esperienze significative, fornendo diversi spunti di riflessione per sviluppare nuove attività. Successivamente Paolo Lazzaretti, coordinatore dei mediatori sociali delle ACER, ha presentato le linee guida della mediazione sociale redatte dal gruppo di lavoro regionale. La sessione mattutina si è conclusa con una tavola rotonda, moderata da Marianella Sclavi, a cui hanno partecipato il presidente di ACER Ravenna Emanuela Giangrandi, il vicepresidente di ACER Bologna Chiara Caselgrandi, l’assessore ai Servizi alla Persona del Comune di Ferrara Chaira Sapigni, l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Reggio Emilia Matteo Sassi, il presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali e il vicepresidente di ANCI Stefania Zanni. Le conclusioni sono state a cura di Emidio Ettore Isacchini, presidente di Federcasa. Al tavolo si è attivato un confronto fertile e vivace che ha offerto numerosi spunti di riflessione non solo rispetto alle modalità con le quali erogare i servizi di mediazione sociale, ma anche sulla necessità che le Pubbliche Amministrazioni di ogni livello sostengano con adeguate risorse tali servizi. La mediazione sociale – intesa non solo come gestione dei conflitti conclamati, ma come strumento di prevenzione, accompagnamento e formazione – è uno mezzo efficace per gestire in maniera creativa le relazioni sociali di prossimità. Questo è stato infatti il tema della seconda sessione di lavoro, condotta dalla sociologa Marianella Sclavi, che grazie al sistema dell’Open Space Technology ha portato i partecipanti a confrontarsi in modo costruttivo sulle diverse modalità con le quali è possibile intervenire per favorire relazioni positive nelle case popolari