La Regione Emilia-Romagna rafforza il proprio impegno per dare risposte alle fasce più fragili della popolazione sempre più in difficoltà a trovare risposte sul mercato privato e, più in generale, a una domanda dell’abitare in crescita in un territorio fortemente attrattivo per motivi di studio, lavoro e turismo.
Il convegno, promosso dall’Area politiche per l’abitare della Regione Emilia- Romagna, si è tenuto mercoledì 27 marzo scorso a Bologna coinvolgendo istituzioni ed associazioni che si sono confrontate sui temi dell’incremento e riqualificazione del patrimonio pubblico abitativo. Sono stati così analizzati i principali risultati raggiunti in materia di politiche abitative ed esplorate le relazioni tra l’edilizia residenziale pubblica ed il sistema di governance territoriale. Il focus ha riguardato anche il ruolo degli enti locali e degli organismi intermedi nell’attuazione delle misure per il contrasto al disagio abitativo e nella sperimentazione di azioni innovative per rispondere al crescente fabbisogno legato alla casa.
Qui si è inserito l’intervento di Marco Corradi che, in qualità di presidente di ACER Reggio Emilia e coordinatore regionale delle Aziende Casa dell’Emilia-Romagna, ha illustrato il ruolo delle ACER per l’attuazione delle Politiche Abitative regionali e delle azioni volte all’integrazione ed inclusione sociale degli abitanti delle nostre città. La trasformazione della nostra realtà, richiede infatti risposte nuove per prevenire e contrastare l’aumento delle situazioni di fragilità e povertà.
Una risposta in questo senso proviene dal Patto per la casa, grazie al quale la Regione Emilia-Romagna mette a disposizione 4,6milioni di euro per incrementare l’offerta di alloggi a canone calmierato, con benefici sia per i proprietari che per gli inquilini.
I partecipanti alla tavola rotonda, tenutasi nel pomeriggio, hanno poi cercato di chiarire come ispirare l’azione pubblica e privata per offrire una risposta adeguata alla nuova domanda sociale, a fronte di trasferimenti statali sempre più incerti e discontinui. Tutto questo considerando che negli ultimi dieci anni i fenomeni di trasformazione demografica e delle strutture delle famiglie, la precarietà e i cambiamenti del mercato immobiliare hanno portato ad un aumento della vulnerabilità sociale.
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